Il pozzo di Obal

A 110 km a nord est di jijiga, si trova il villaggio di Obal, un villaggio mediamente esteso, con una popolazione di circa 4.000 individui (circa 800 nuclei familiari). Nel 2010, in seguito all’acuirsi della siccità in tutto il distretto, dalla comunità di Obal e dal distretto di Awbare è stato dichiarato lo stato d’emergenza. Per 2 anni e mezzo consecutivi, intervallati solo da poche settimane di piccole piogge che hanno alleviato per breve tempo la situazione d’emergenza del villaggio, gli abitanti dello stesso hanno ricevuto acqua tramite distribuzioni. Ad oggi, la situazione di emergenza cronica registrata ad Obal ha causato da un lato numerosi sfollamenti stagionali tra la popolazione alla volta della vicina Somalia e Gibuti e, dall’altro, forza tutt’oggi la comunità ad intraprendere giornalmente lunghi viaggi a piedi alla volta di fonti d’acqua alternative. Queste purtroppo non solo non producono la quantità d’acqua sufficiente per l’intera popolazione di Obal, ma non sono neanche sicure, motivo per cui, al centro medico di Gogti, molti sono i casi registrati di malanni provenienti da Obal, dovuti proprio al consumo di acqua non potabile.

Secondo le stime della Woreda Administration, le persone a cui sarà assicurato l’approvvigionamento idrico quotidiano (10-15 lt/ognuno) grazie al pozzo saranno 4.000 in periodi normali e raggiungeranno i 5.500-6.000 in periodi di siccità, in quanto i pozzi poco profondi nelle zone circostanti saranno asciutti.

Lo scavo del pozzo è iniziato nell’autunno del 2016; a dicembre la trivella ha intercettato la falda acquifera a 200 metri di profondità! Dopo alcuni mesi di stop lavori dovuti ad errori nella costruzione del serbatoio, finalmente da settembre 2017 il pozzo è pienamente operativo. Con 16 rubinetti di distribuzione dell’acqua e due abbeveratoi, la sua presenza ha cambiato definitivamente la vita di queste popolazioni.

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